IL PROGETTO

Fonti rinnovabili e disinformazione

Fonti rinnovabili e disinformazione

Il dibattito pubblico nazionale ed i canali mediatici – sia tradizionali che nuovi – sono carichi di idee sbagliate e informazioni obsolete sull’ energia rinnovabile e sulla sua capacità di svolgere un ruolo sempre più dominante nel mix di produzione elettrica nazionale già nei prossimi anni. C’ è uno scetticismo generale sul fatto che le rinnovabili possano davvero guidare il futuro del settore energetico, in termini di stabilità della rete, sostenibilità economica e tutela del paesaggio. La questione è spesso trascurata dai rappresentanti istituzionali e dai principali canali mediatici, come se si stesse parlando di una soluzione energetica per un futuro lontano, piuttosto che di una soluzione pronta all’uso per questo decennio, supportata da raccomandazioni basate sulla ricerca, soluzione che le imprese sono già pronte a mettere in campo. Nel dibattito sono presenti elementi che inquinano il contesto informativo e il dibattito sulle fonti rinnovabili poiché non permettono di fare analisi e valutazioni su dati aggiornati e verificati. Abbiamo individuato primariamente 5 falsi miti comunemente diffusi: idee sbagliate, basate su presupposti scorretti o semplicemente informazioni ormai obsolete ma che continuano ad essere diffuse.

Il dibattito pubblico nazionale ed i canali mediatici – sia tradizionali che nuovi – sono carichi di idee sbagliate e informazioni obsolete sull’ energia rinnovabile e sulla sua capacità di svolgere un ruolo sempre più dominante nel mix di produzione elettrica nazionale già nei prossimi anni. C’ è uno scetticismo generale sul fatto che le rinnovabili possano davvero guidare il futuro del settore energetico, in termini di stabilità della rete, sostenibilità economica e tutela del paesaggio. La questione è spesso trascurata dai rappresentanti istituzionali e dai principali canali mediatici, come se si stesse parlando di una soluzione energetica per un futuro lontano, piuttosto che di una soluzione pronta all’uso per questo decennio, supportata da raccomandazioni basate sulla ricerca, soluzione che le imprese sono già pronte a mettere in campo. Nel dibattito sono presenti elementi che inquinano il contesto informativo e il dibattito sulle fonti rinnovabili poiché non permettono di fare analisi e valutazioni su dati aggiornati e verificati. Abbiamo individuato primariamente 5 falsi miti comunemente diffusi: idee sbagliate, basate su presupposti scorretti o semplicemente informazioni ormai obsolete ma che continuano ad essere diffuse.

Perchè un progetto sui falsi miti

Per contribuire a contrastare questa forma di disinformazione abbiamo deciso di mettere a disposizione di tutti, in modo chiaro, semplice e approfondito, la nostra attività di studio e ricerca.

La piattaforma I falsi miti sulle rinnovabili raccoglie le informazioni sui 5 falsi miti individuati, offrendo una chiave di lettura dei dati, approfondimento delle analisi e chiarimento su tutte le fonti.

Un luogo che possa essere una fonte di informazione chiara, precisa e costantemente aggiornata.

Il progetto mira inoltre a diffondere le presenti analisi sui falsi miti, all’opinione pubblica, agli stakeholder socio economici e al mondo di informazione, così da contribuire al mantenimento di un contesto informativo sano, condizione alla base di ogni riflessione sull’ approvvigionamento energetico e sul percorso verso la neutralità climatica dell’Italia.

Per approfondire

La crisi climatica è la più grande sfida dei nostri tempi. La transizione energetica è una della leve principali su cui possiamo agire per contrastarla, perché i tre quarti delle emissioni di gas serra sono causate proprio dai combustibili fossili (carbone, petrolio, gas) che bruciamo per produrre e consumare energia. Ma per fortuna abbiamo oggi un’alternativa alle fonti fossili, ovvero le fonti rinnovabili: le tecnologie che sfruttano il sole, il vento, l’acqua sono fonti energetiche non solo altrettanto efficaci ed economiche, ma rispetto alle fonti fossili sono anche ben più sicure e democratiche, perché sono disponibili praticamente ovunque. Le rinnovabili sono ovviamente anche fonti più pulite, non solo per l’ambiente e il clima ma anche per la nostra salute, perché sfruttare il sole o il vento non produce emissioni né inquinamento dell’aria.

Parleremo in questo progetto solo delle fonti rinnovabili elettriche, perché sono quelle per cui si prevede una crescita più rapida e diffusa. La transizione energetica ci impone di trasformare il nostro sistema energetico, da quello fino ad oggi basato prevalentemente sulle fonti fossili ad uno basato sulle fonti rinnovabili, a cominciare dal settore elettrico: oggi in Italia la quota di generazione elettrica da fonti rinnovabili si attesta a circa il 40%, nel 2030 dovrà superare l’80% e nel 2035 puntare al 100%, o quasi. Per realizzare questa roadmap serve un enorme sforzo di politica industriale e di crescita culturale, perché un modello energetico a fonti rinnovabili impone una gestione diversa di come produciamo e consumiamo la nostra energia. Anche il paesaggio energetico cambierà, come è sempre cambiato nelle grandi rivoluzioni tecnologiche del mondo dell’energia. Anzi, sta già cambiando.

Nel 2023 il 44% della generazione elettrica in Italia è stata soddisfatta dalle fonti rinnovabili, soprattutto idroelettrico (15%), fotovoltaico (12%), eolico (9%), bioenergie (6%), geotermoelettrico (2%). Tuttavia, la quota di elettricità da fonti rinnovabili è un valore che fatica a crescere da ormai molti anni: già nel 2014 avevamo raggiunto il 43% di generazione elettrica da fonti rinnovabili, grazie alla forte crescita registrata negli anni precedenti (8 anni prima era il 16%, nel 2006). Questo brusco rallentamento è stato causato da una serie di fattori: in un primo momento, per il mancato rinnovo degli incentivi che avevano sostenuto la crescita del settore fino a quel momento, e in un secondo momento perché l’iter burocratico per poter installare un nuovo impianto a fonti rinnovabili è diventato sempre più lungo, complesso e costoso. Il risultato è stato che tra il 2014 e il 2021 l’Italia ha installato in media circa 1 GW (ovvero un milione di kW) di nuovi impianti rinnovabili ogni anno, un ritmo assolutamente insufficiente rispetto ai circa 10 GW che dovremmo installare per stare al passo con la transizione energetica. Recentemente il Governo ha provato ad intervenire con più decisione per sbloccare questa situazione e dal 2022 ha, in effetti, registrato un timido rilancio del settore (che ha portato a quasi 6 GW di nuova potenza installata nel 2023), ma è ancora presto per poter valutare i reali impatti di questi interventi di semplificazione. Sappiamo però che non è solo sul fronte della burocrazia che l’Italia deve agire per tornare ad essere un volano delle fonti rinnovabili: urge costruire una maggiore conoscenza e consapevolezza, a tutti i livelli di governo e di società, di quanto le rinnovabili stiano già trasformando il settore elettrico e di quanto il mondo, e l’Italia, non possa prescindere da questa trasformazione.

Fonti

L’Italia è sempre stata fra le grandi economie europee quello con la più alta quota di fonti rinnovabili nel mix di generazione elettrica. Negli ultimi anni però ha perso questo primato, a causa del rallentamento nella crescita del settore che è stato in Italia più marcato che nel resto d’Europa. Nel 2022 tra i grandi Paesi Europei, la Spagna ha la più alta quota di elettricità prodotta da fonti rinnovabili (51%), seguita dalla Germania (48%), con la media europea che si attesta al 41%. L’Italia è rimasta a quota 37% e la Francia su livelli ben inferiori (27%). Questo sorpasso è avvenuto perché negli ultimi anni, mentre in Italia perdura lo stallo delle fonti rinnovabili, negli altri Paesi queste fonti sono tornate a crescere tantissimo: nel 2023 l’Italia ha installato solo quasi 6 GW di nuovi impianti eolici e fotovoltaici, mentre la Spagna quasi 10 GW e la Germania 19 GW.

Fonti

CHI SIAMO

Il progetto I falsi miti sulle fonti rinnovabili è promosso da Italy for Climate, l’iniziativa della Fondazione per lo sviluppo sostenibile che con il supporto di alcune imprese italiane promuove in Italia un percorso di neutralità climatica. Oltre a produrre report e ricerche, Italy for Climate lavora per alimentare un dibattito qualificato e aggiornato sui temi del clima e dell’energia.