Le rinnovabili costano troppo



Il racconto del mito
Prima dell’attuale crisi energetica era probabilmente il mito più utilizzato per frenare la crescita delle fonti rinnovabili. Secondo il mito, in condizioni di mercato ordinarie, produrre un kWh di elettricità con le fonti rinnovabili, e in particolare con eolico e fotovoltaico, è molto più costoso rispetto ai tradizionali sistemi con gas, carbone e nucleare. Uno sviluppo eccessivo delle fonti rinnovabili avrebbe un impatto insostenibile sulle bollette di famiglie e imprese.

Il perché è falso
Eolico e fotovoltaico, le due tecnologie su cui si punta di più per la crescita nel breve e medio termine delle fonti rinnovabili, hanno raggiunto costi di generazione competitivi con quelli dei sistemi di generazione fossili e nucleari ben prima dell’attuale crisi dei prezzi dell’energia e della guerra in Ucraina. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, produrre mille kWh con eolico on-shore o fotovoltaico in Europa costa tra 50 e 55 dollari, un terzo rispetto ai prezzi normali di gas e nucleare e un quarto rispetto al carbone.

Cosa si nasconde dietro questo falso mito
Come per altri falsi miti, anche in questo caso il problema è la narrazione fondata su dati e conoscenze non aggiornate. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un calo senza precedenti dei costi di generazione per eolico e, soprattutto fotovoltaico, con quest’ultimo che ha ridotto di quasi un ordine di grandezza il costo di un kWh, oggi l’85- 90% inferiore rispetto ad appena dieci anni fa. Per eolico e fotovoltaico, così come per molte altre rinnovabili, inoltre, si prevedono in futuro ulteriori riduzioni dei costi.

PER APPROFONDIRE
Sul costo finale di un kilowattora incidono diversi parametri, dai costi di realizzazione dell’impianto ovviamente, a quelli della loro gestione e manutenzione nel tempo, fino a quelli del combustibile necessario per produrre elettricità (quando questo ne consuma). Ma incidono in modo rilevante anche altre assunzioni che si devono fare, ad esempio legate ai sistemi di tassazione o alla presenza di incentivi, oppure alle ore di funzionamento ipotizzate (che a seconda delle tecnologie possono variare moltissimo, da poco più di mille ore l’anno per il fotovoltaico a anche oltre 7 mila per impianti a fissione nucleare), o ancora al tasso di sconto ossia agli interessi che si andranno a pagare sull’investimento realizzato. L’indicatore pi diffuso per confrontare diversi sistemi di generazione elettrica tenendo conto di tutti questi fattori sull’intero ciclo di vita dell’impianto si chiama Costo Livellato dell’Elettricità, o Levelised Cost of Electricity (LCOE), e si esprime generalmente in $ o € per MWh (ossia per mille kWh prodotti).
I costi di generazione di elettricità da fonti rinnovabili sono cambiati anche in modo significativo nel corso del tempo, con differenze notevoli tra le diverse tecnologie anche in funzione del grado di maturità raggiunto. Come per molte tecnologie, nella fase iniziale del loro sviluppo, anche per le rinnovabili la riduzione dei costi è stata spinta, almeno fino a pochi anni fa, dalla presenza di diversi sistemi di incentivazione nei vari Paesi del mondo. Grazie a questi, come vedremo in seguito alcune tecnologie, a cominciare da eolico e fotovoltaico, sono diventate estremamente competitive rispetto alle tecnologie tradizionali consolidate e non richiedono più incentivi. Il fotovoltaico è certamente quello che ha fatto il balzo maggiore: secondo i dati di Irena, l’Agenzia internazionale per le fonti rinnovabili, è passato da quasi 400 a 57$ per 1.000 kWh tra il 2010 e il 2020 (e negli ultimi due anni è sceso ancora). Anche per l’eolico, sia on-shore che off-shore, si registrano riduzioni significative nel 2020 proprio gli impianti eolici a terra sono il modo più economico per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, nel 2020 meno di 40$ per 1.000 kWh.
Fonti
Le ultime stime dei costi di generazione elettrica in Unione Europa dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, riportate nel World Energy Outlook 2022 la principale pubblicazione dell’organizzazione, indicano il carbone come la tecnologia più costosa in assoluto con 180$ per 1.000 kWh (in LCOE), seguito dal gas in impianti a ciclo combinato con 155$/1.000kWh e dal nucleare con 140$/1.000kWh. Le nuove rinnovabili presentano costi decisamente più contenuti, con l’eolico on-shore a 55$ e il fotovoltaico a 50$. I costi oscillano leggermente rispetto alle stime di Irena che sono relative alla media mondiale e non europea. Le stime per eolico e fotovoltaico tendono a convergere fra le diverse fonti e pubblicazioni, mentre per il carbone, il gas e soprattutto il nucleare fonti diverse riportano a volte stime diverse, sulle quali pesano, tra le altre cose, le ipotesi fatte sui prezzi dei combustibili, i costi delle emissioni di CO2 dei diversi sistemi di carbon pricing esistenti o quelli per la dismissione degli impianti in particolare per la generazione nucleare (per la quale non si hanno ancora dati consolidati).
L’attuale crisi dei prezzi dell’energia ha colpito soprattutto i combustibili fossili e dunque il divario di costo con le fonti rinnovabili dal 2022 è diventato, probabilmente, ancora più ampio. Anche le tecnologie rinnovabili hanno subito un lieve rincaro dei prezzi dovuto all’inflazione, ma restano comunque la soluzione oggi più competitiva.